Oggi andremo alla scoperta delle Domus de Janas tra Sassari e Porto Torres, in particolare nel sito di Su Crucifissu Mannu.
In tutta la zona che circonda Sassari sono state ritrovate diverse necropoli, a testimonianza che queste pianure e altopiani erano popolati e frequentati fin da l’antichità. La scoperta di questi luoghi, oltre a stuzzicare l’interesse storico, può trasformarsi in una piacevole camminata all’aria aperta.

Su Crucifissu Mannu

La necropoli di Su Crucifissu Mannu si trova ad un paio di km dal sito archeologico di Monte D’Accoddi, per questo motivo entrambi i luoghi possono essere visitati in un un unico itinerario.
Per raggiungere la necropoli percorriamo la statale 131 da Sassari in direzione Porto Torres.
Imbocchiamo una stradina sterrata sulla destra e poi, sulla sinistra, troviamo l’accesso alla necropoli. Fin da subito siamo sorpresi per l’ambiente rigoglioso…
Attraversiamo sentieri che si snodano tra prati fioriti e arbusti e che ci portano a scoprire le tombe scavate nella roccia. Si tratta di piccole cellette, spesso a più camere, scavate nella roccia particolarmente malleabile, completamente sotterranee e con un piccolo corridoio di accesso.

Accedendo al sito
Su Crucifissu Mannu
Percorsi nella natura

Queste Domus de Janas furono realizzate nel periodo della Cultura di Ozieri (tra il 3200 e il 2800 a.C.) e tornarono alla luce solo più recentemente a causa del cedimento dei soffitti in pietra. Ora si presentano a noi come un museo a cielo aperto!
Scendiamo all’interno di alcune domus, prestando un po’ di attenzione, per osservare gli interni e alcune celle più piccole e buie…

Domus de Janas
Interni
Celle sotterranee

In alcune è possibile notare decorazioni scolpite nelle pareti di roccia, rappresentanti corna taurine stilizzate, antico simbolo di fertilità.

I solchi nella roccia e altre sorprese

Poi mentre proseguiamo nella passeggiata su sentieri pianeggianti raggiungiamo uno dei punti più curiosi di questo sito: un ampio tratto di roccia orizzontale, scavata da lunghi solchi paralleli…

Solchi nella roccia

Gli studiosi hanno provato a spiegare queste tracce scavate nella roccia, ipotizzando che fossero state prodotte nell’antichità dal passaggio di slitte utilizzate per il trasporto di pietre da costruzione, oppure che fossero primitivi tentativi di drenaggio delle acque. Ad oggi però non ci sono certezze riguardo la loro origine ed il loro scopo.
C’è un secondo aspetto misterioso della necropoli, che però non abbiamo modo di vedere con i nostri occhi… Sappiamo che qui, gli archeologi ritrovarono diversi reperti e tracce delle antiche popolazioni, tra cui alcuni crani umani con i segni di trapanazione in vivo. Per quanto possa sembrare sorprendente, alcuni abitanti della zona subirono alcuni interventi di questo genere nell’antichità e sopravvissero! Si è ipotizzato che questi interventi, più che strettamente medici, venissero messi in atto nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni da persone affette da particolari patologie (ad esempio l’epilessia).

Altri siti della zona

Sono stati trovati anche altri gruppi di antiche sepolture, scavate nelle rocce della zona; come anticipato nell’articolo su Monte D’Accoddi, a breve distanza dallo ziggurat, ci sono tracce di necropoli.
Anche in una zona periferica di Li Punti, frazione di Sassari, sono state scoperte sei tombe di epoca prenuragica (necropoli di Montalè); purtroppo la necropoli si trova all’interno di un piccolo parco ad oggi recintato, non accessibile e visibile solo dall’esterno.

La necropoli di Montalè a Li Punti

L'Autore

Esploratore e scopritore nell'isola di Sardegna. Autore del blog Sardinia 4 Emotions, per condividere emozioni ed esperienze vissute in questa magica isola.