Nel 2017 vi abbiamo portato a conoscere la Sartiglia ad Oristano, uno dei più importanti eventi sardi. Per il carnevale di quest’anno invece andiamo ad Orani, piccolo paese nel centro della Sardegna.
Raggiungiamo questa destinazione il sabato successivo al carnevale; in questa giornata si tiene la sfilata di “Mascheras Tradizionales”, composta dai costumi tradizionali dei borghi del centro della Sardegna.
Ci fermiamo ad attendere il corteo nella parte iniziale del percorso, presso la Chiesa di Santa Maria. Una volta conclusa la sfilata in questo primo punto, contiamo di spostarci per le vie tortuose del paese nella zona dell’arrivo (la piazza antistante al comune); in questo modo potremo vedere il passaggio del corteo in un secondo punto.
Preludio: I Maimones di Oniferi
L’inizio della sfilata è previsto per le quattro, ma l’attesa si protrae per qualche minuto… si sente un brusio tra la folla ed ecco apparire i primi figuranti.
È una fugace apparizione che anticipa il corteo vero e proprio: tra la gente si fa strada un primo gruppo di maschere. Si tratta dei Maimones di Oniferi, uomini che indossano i costumi tradizionali dei pastori e delle loro mogli, completamente vestiti di scuro e con i volti imbrattati di fuliggine; assieme a questo gruppo avanza un somaro cavalcato da un fantoccio che rappresenta la figura del contadino ed è simbolo di buon auspicio.
Dopo pochi minuti i Maimones ritornano sui loro passi e subito dopo si apre il lungo corteo.
Su Bundhu di Orani
Compare per primo un gruppo di uomini vestiti con un pesante soprabito nero, con maschere di sughero e un rudimentale tridente in legno: Su Bundhu di Orani! Fin da subito capiamo che i protagonisti non si limitano a sfoggiare i loro abiti e coinvolgono il pubblico inscenando comportamenti particolari, che rispecchiano le caratteristiche e le tradizioni delle varie maschere.
La maschera dei Su Bundhu è caratterizzata da grossi baffi, un naso pronunciato e delle corna bovine; questi personaggi, mentre avanzano, mettono in scena il rito della semina, percuotendo il terreno davanti a loro e lanciando semi di grano. Il continuo vociare che accompagna il loro cammino e i movimenti spesso bruschi, incutono un certo timore nel pubblico.
Su Tumbarinos di Gavoi
Mentre Su Bundhu avanzano sentiamo una musica cadenzata che si fa sempre più vicina. Nella via compaiono Su Tumbarinos (i tamburi) di Gavoi. I Sonadores (suonatori) avanzano indossando costumi di velluto e coppole, intenti a suonare; la maggior parte di loro porta il tamburo, ma possiamo osservare anche altri strumenti di accompagnamento, come il piffero, la fisarmonica e il triangolo.
S’Urtzu e Sos Bardianos di Ula Tirso
Il corteo si movimenta quando fanno il loro ingresso le maschere di Ula Tirso. Prima appaiono due Maskinganna, individui ricoperti di pelle di caprone, con tanto di copricapo costituito dalla testa dell’animale. Le due figure, intente a rincorrersi e a mimare alcuni scontri, rappresentano il diavolo. A breve distanza segue S’Urtzu, un uomo che indossa la pelle di un cinghiale.
S’Urtzu avanza circondato e preso a bastonate da Omadores (domatori) e Bardianos (con vesti da pastori).
Urthos e Buttudos di Fonni
Passano quindi i Maimones, che abbiamo già conosciuto. Li seguono gli Urthos e i Buttudos di Fonni. Gli Urthos rappresentano l’animale o il dio dei morti, portano un campanaccio e sono vestiti di vello di montone o di caprone; sono tenuti alla catena da sos Buttudos (guardiani vestiti di nero e incappucciati) e cercano continuamente di liberarsi, rincorrendo persone nel pubblico o arrampicandosi su pali, muri e balconi.
Boes e Merdules di Ottana
È poi il turno delle maschere di Ottana; sfilano i Boes indossando lana di pecora e una maschera colorata con le sembianze di un bue, simbolo di prosperità; sfilano i Merdules, anch’essi sotto pelli di pecora, ma con una maschera nera con sembianze umane. Ai Merdules, nel ruolo di guardiani, spetta il compito di addomesticare i Boes.
Il gruppo è chiuso dalla figura di Sa Filonzana, una vecchia deforme intenta a filare lana, richiamo alle Parche del miti greci. Sa Filonzana è accompagnata da un Merdule che suona uno strumento particolare, lo zirodde: si tratta di uno strumento cilindrico che, grazie alla vibrazione di una membrana, produce un suono lugubre.
Mamutzones di Samugheo
Arrivano i Mamutzones di Samugheo, coperti da pelli d’animale, con pesanti campanacci ed un copricapo con corna bovine od ovine. Il loro avanzare pare quasi una danza ritmata, durante la quale risuonano i campanacci. Si distinguono inoltre due altre figure: s’Urtzu che rappresenta lo spirito animale indossando una pelle di caprone e s’Omadore, un individuo vestito di nero con il ruolo di domatore.
Ad un certo punto, tutti i figuranti danzano in cerchio intorno ai loro copricapi poggiati per terra.
Donna Zenobia di Macomer
È quindi il momento dell’ingresso della maschera tipica di Macomer: Donna Zenobia. Vediamo avanzare un gruppo di figure vestite di nero, con una maschera lignea, che rappresentano donne dalle brutte fattezze ma benevole.
Mamuthones e Issohadores di Mamoiada
Chiudono il corteo le maschere di Mamoiada. I Mamuthones procedono ricoperti di pelli d’animale e di pesanti campanacci e indossano una maschera nera in legno; con improvvisi colpi di spalla fanno risuonare tutti i campanacci. Nel loro incedere sono accompagnati dagli Issohadores, caratterizzati da un corpetto rosso.
Gli Issohadores gettano improvvisamente il laccio che portano con sé, cercando di catturare ragazze e giovani donne presenti nel pubblico; si dice che l’essere catturate sia un segno di buon auspicio.
La chiusura del corteo e altri festeggiamenti
Una volta passate tutte le maschere, attraversiamo i vicoli del centro di Orani e riusciamo ad assistere ad un altro passaggio delle maschere nella parte finale del percorso. Saliamo quindi nella piazza del municipio dove proseguiranno i festeggiamenti fino a sera. Purtroppo il tempo è peggiorato ed inizia a piovere, ma questo non scoraggia il numeroso pubblico che ha scelto di partecipare all’evento.