In una fredda e limpida giornata invernale, decidiamo di visitare uno dei siti storici più affascinanti: l’area archeologica di Monte D’Accoddi, nella zona di Porto Torres. A differenza di nuraghi, domus de janas e pozzi sacri che sono opere molto diffuse in Sardegna, qui sorge uno ziggurat che non ha eguali sull’isola (e nemmeno nell’area centro-occidentale del Mediterraneo).
Vedremo un grande altare megalitico, una piramide a gradoni, che ricorda nelle forme gli ziqqurat babilonesi e le piramidi maya. Ma al di là di una vaga somiglianza estetica con altre grandi opere del passato, per spiegarne l’esistenza non sono necessarie ipotesi fantasiose riguardo a misteriose civilità oggi scomparse o all’intervento degli alieni in Sardegna…
Il tipo di architettura, i materiali utilizzati e le tecniche costruttive rientrano perfettamente nel bagaglio di conoscenze che gli storici riconoscono alle antiche popolazioni sarde. L’unicità dell’opera (o quantomeno rarità se in futuro si dovesse scoprire qualche altro luogo simile) ci fa pensare che questo potesse un punto di riferimento estremamente importante per quell’epoca.
La Storia del complesso di Monte D’Accoddi
Quest’antichissimo e straordinario ziggurat sardo è rimasto sepolto per secoli, sino al secolo scorso, al di sotto di una collinetta; il termine “Monte D’Accoddi” infatti sta per “montagna di pietre”. Il complesso venne riportato alla luce e studiato soltanto grazie agli scavi iniziati da Ercole Contu negli anni cinquanta.
Mentre ci avviciniamo all’antica struttura, non possiamo non ammirarne la sagoma ampia ed elegante che domina i prati; i chiari blocchi di calcare che lo compongono rendono l’opera ben riconoscibile anche ad una certa distanza.
Le tracce di insediamenti di capanne hanno permesso agli storici di capire che il sito è stato abitato in epoche preistoriche, già da alcuni secoli prima del 3000 a.C.. In questa fase fu costruito un primo tempio e poi, in seguito ad un incendio (attorno al 2800 a.C.), venne edificato il vero e proprio altare megalitico. Delle antiche capanne si sono conservati solo i resti delle fondamenta, costituite da scarsi filari di pietre.
Attorno al monumento
Sono tuttora visibili, ai lati del monumento, alcune importanti sculture in pietra; da un lato un menhir, costituito da un singolo blocco di granito scolpito in posizione verticale, antico simbolo di connessione con il cielo (ed il divino) e contemporaneamente di virilità; dal lato opposto, un’ampia tavola di pietra con numerosi fori, probabilmente utilizzato come altare sacrificale.
Tutta la zona doveva essere stata teatro di cerimonie e rituali, si pensa anche di pellegrinaggi; lo testimoniano i resti di cibo e gli oggetti ritrovati negli scavi. Non poi è un caso che a poche centinaia di metri sia presente anche una necropoli.
Mentre camminiamo attorno allo ziggurat, due grossi massi situati di lato rispetto alla grande rampa di accesso, attirano la nostra attenzione. Uno più grande, scolpito (da una civiltà che, all’epoca, non conosceva i metalli!) a forma sferica, probabilmente a simboleggiare il sole, ed accanto uno più piccolo, sempre sferico (la luna?)… tutto lascia supporre che questo luogo potesse essere utilizzato anche come antico osservatorio astronomico.
Un’altra opera significativa che possiamo osservare (anche se sotto forma di riproduzione dell’originale) è una statua rappresentante una forma umana stilizzata, estremamente antica.
Anche in tempi più recenti, in epoca romana e nel medioevo, il luogo continuò ad essere frequentato, prima di venire abbandonato e dimenticato sino alla sua riscoperta in epoca moderna.
Un punto d’osservazione eccezionale
La parte più emozionante della visita è sicuramente la salita alla vetta dell’altare preistorico. Percorriamo senza indugi la lunga rampa e gli ultimi gradi fino a alla terrazza sommitale.
E qui ci fermiamo ad osservare…
Il colpo d’occhio sulle verdi pianure della Nurra è eccellente e, in lontananza, svettano i rilievi della zona di Alghero e attorno a Sassari.
Da qui gli antichi potevano ammirare la natura o le costellazioni… In un luogo unico, ricco di fascino e di mistero, trasformato dell’abilità e della sapienza di antiche popolazioni.
Se volete proseguire con l’esplorazione di Monte D’Accoddi tramite il vostro pc, vi lasciamo al Virtual Tour.
Ringraziamo Escursi.com, l’online travel agency nostro partner per esperienze in Sardegna, che ci ha permesso di visitare questo luogo e conoscerne la storia con il valido supporto di una guida; è stata una bella occasione per vedere questo straordinario monumento e, in seguito, il vicino sito archeologico di Su Crucifissu Mannu.