Ritorniamo ancora una volta nella Valle dei Nuraghi, per scoprire un luogo di grande importanza: gli ipogei preistorici di Sant’Andrea Priu.
Il sito è conosciuto per la stupenda necropoli di epoca neolitica, uno dei più grandiosi complessi di domus de janas di tutta la Sardegna; qui troveremo però anche opere risalenti a periodi storici successivi: testimonianze che ci faranno rivivere lo scorrere del tempo, tra le diverse epoche.
Accesso della necropoli
Dal paese di Bonorva, raggiungiamo il sito dirigendoci ad est, lungo strade secondarie. La necropoli, scavata in un costone di trachite, è situata all’imbocco della piccola valle del torrente Rio Mannu. Ci troviamo circondati da un ambiente rurale molto rilassante.
L’accesso al sito è a pagamento, con visita guidata.
L’accompagnatore ci fa accedere dal cancello lungo la strada e già da qui si possono osservare i piccoli accessi alle numerose tombe scavate nella roccia (le domus de Janas).
Alla nostra destra, le recenti attività di scavo stanno portando alla luce i resti di edifici di epoca romana: in questa zona doveva sorgere un’importante città termale.
La visita
Seguiamo il percorso che ci porta alla parete di roccia principale; avvicinandoci agli ingressi delle tombe, riconosciamo le piccole stanze, tipiche delle antiche necropoli sarde.
La guida ci conduce alla tomba conosciuta come tomba del capo, che si distingue dalle altre sia per le dimensioni (circa 250 metri quadrati) che per i tesori artistici che conserva al suo interno.
Quando varchiamo la soglia possiamo innanzitutto osservarne la struttura: sono presenti ben 18 vani di cui tre stanze principali, in cui si può camminare liberamente; attorno alle stanze principali si trovano le altre cellette minori, originariamente adibite alla sepoltura.
La prima stanza principale conserva numerosi tratti risalenti al neolitico, dal braciere sul pavimento (sicuramente riutilizzato anche in epoche successive) alle incisioni sul soffitto; queste, secondo gli esperti, raffigurano il tetto di una capanna e ci fanno percepire l’importanza che il concetto di “casa” iniziava ad assumere già nell’antichità.
Mentre proseguiamo il nostro percorso nella seconda stanza principale, le lancette del tempo ci portano in un’altra epoca… Le pareti sono decorate con sorprendenti affreschi di epoca romana! Tra questi spicca per eleganza la delicata raffigurazione di una donna; probabilmente questo era il ritratto di una figura di spicco nella società e conferma l’insediamento dei romani nella zona.
Nella stanza successiva sono presenti invece affreschi e decorazioni di epoca medievale: figure religiose che indicano l’utilizzo della struttura come luogo di culto. Nel medioevo, il sito venne infatti consacrato come chiesa dedicata a Sant’Andrea: le tre sale principali erano utilizzate come atrio, sala dei fedeli e presbiterio.
I panorami
La visita prosegue con una passeggiata all’esterno, tra le tombe minori. Un sentiero sale sulla sommità del costone roccioso dove si può ammirare un ampio panorama verso la valle dei Nuraghi.
Qui troviamo l’antica scultura di epoca prenuragica che è divenuta simbolo di questa necropoli: il toro sacro. Si tratta di un monolito in trachite scavato, di cui si riconoscono le 4 zampe, ma non la testa. La posizione dominante dell’opera testimonia l’importanza di questa figura per le antiche popolazioni sarde. E nonostante i millenni trascorsi, l’antico animale di pietra veglia ancora su questa valle…