Sebbene il nome della Valle dei Nuraghi derivi dagli antichi monumenti, simbolo della Sardegna, questo territorio racchiude anche molti altri luoghi degni d’interesse; qui non troverete solo nuraghi, ma anche piccole e grandi sorprese, opere antiche o recenti e ampi panorami…
Vi abbiamo già parlato della reggia di Santu Antine nell’articolo precedente. Oggi vi descriveremo uno dei molteplici itinerari “alternativi” che si possono seguire in questa zona.
L’ex cattedrale di San Pietro di Sorres
Il nostro percorso di oggi parte dal piccolo paese di Torralba; oggi però non seguiremo le indicazioni per Santu Antine e andremo invece in direzione dell’antica chiesa romanica di San Pietro di Sorres.
Questa splendida ex cattedrale sorge su una collina, a metà strada tra i paesi di Torralba e Borutta; fondata presumibilmente tra il XII e il XIII sec., fu un luogo di culto di notevole importanza. La chiesa fu sede della diocesi di Sorres fino all’anno 1503.
La facciata in stile romanico-pisano, cattura la nostra attenzione sia per l’equilibrio nelle forme sia per la ricchezza decorativa.
La vista dell’interno è ugualmente emozionante: l’alternanza di fasce di pietre chiare e scure esalta l’eleganza della struttura. Possiamo inoltre ammirare un pregevole pulpito in marmo bianco in stile gotico.
Nei pressi della chiesa è possibile visitare il museo della Cattedrale, contenente opere di carattere religioso e reperti archeologici.
La Chiesa dello Spirito Santo
Lasciamo l’ex cattedrale di San Pietro e torniamo a Torralba. Qui la nostra curiosità ci porta ad abbandonare le strade principali che ci porterebbero verso le destinazioni più note, per un percorso più tortuoso, seguendo l’indicazione per la Chiesa dello Spirito Santo…
Percorriamo una strada piccola ma asfaltata che attraversa pendii e campi verdissimi e, dopo un paio di chilometri, svoltiamo a destra su sterrato; il fondo stradale è comunque in buone condizioni e non crea problemi al transito in macchina.
Raggiungiamo così la chiesetta campestre dello Spirito Santo; si tratta di un edificio seicentesco situato in uno scenario da cartolina, in mezzo ad un prato circondato da filari di piante. Davanti alla chiesa, sulla sinistra, sono ben riconoscibili delle grosse pietre: resti di una struttura nuragica.
La nostra sosta è breve, anche perché l’edificio religioso è chiuso. Ripartiamo, percorrendo il tratto sterrato, per tornare sulla piccola strada asfaltata che ci aveva condotto sin qui…
Tomba dei Giganti di Sa Pedra Longa
Una volta raggiunta la strada asfalta, invece di tornare verso Torralba, proseguiamo verso sud-est. Il percorso, attraverso la piana, ci conduce in pochi minuti nei pressi della Tomba dei Giganti di Sa Pedra Longa. Con una piccola deviazione rispetto alla via principale, raggiungiamo il piazzale sterrato davanti all’antico monumento.
L’opera risale all’Età del Bronzo; non deve trarre in inganno il nome di Tomba dei Giganti: questo nasce dalla leggenda che tali strutture imponenti fossero così grandi per consentire la sepoltura di individui dalle dimensioni gigantesche. In realtà si tratta di luoghi adibiti alla sepoltura di comuni individui, costruiti dagli antichi abitanti dell’isola.
Purtroppo i resti di Sa Pedra Longa non sono tra i meglio conservati; si può comunque ammirare la stele principale e le pietre ai lati, che consentono di immaginare forma e dimensioni della struttura originale.
Rebeccu
Ci spostiamo quindi più a sud, fino a ritrovare strade più grandi che ci conducono verso il borgo fantasma di Rebeccu.
Secondo le leggende, questo piccolo paese è destinato a non superare mai le trenta abitazioni a causa di una maledizione lanciata dalla principessa Donoria, scacciata dal padre (re del borgo).
Sicuramente il centro abitato iniziò a spopolarsi a partire dal tardo medioevo, probabilmente per effetto della peste o di carestie; il declino si completò in epoca moderna e attualmente non si conta nemmeno un residente.
Le vie e alcune edifici sono stati restaurati nel corso degli ultimi anni, grazie all’impulso di manifestazioni culturali; tra il 2007 e il 2013 qui si teneva, ogni anno, la rassegna cinematografica del Rebeccu Film Festival.
Camminare per le strade silenziose di questo paese regala sensazioni particolari, quasi ci trovassimo di fronte ad un luogo in cui il tempo si è fermato.
La chiesa di Santa Maria Iscalas
Concludiamo il nostro itinerario spostandoci verso ovest, sui pendii del monte Traessu, che sovrasta il paese di Cossoine. Qui si trova la chiesa campestre di Santa Maria Iscalas, piccolo gioiello costruito nell’alto medioevo (la datazione è incerta).
Si tratta di un edificio singolare, unico in questa zona per la sua pianta a croce libera e lo stile bizantineggiante.
Abbiamo scelto questo luogo per concludere l’itinerario non solo per la visita alla chiesa, ma anche per l’ampio panorama. Da qui la vista abbraccia la Valle dei Nuraghe, diventando particolarmente suggestiva con i colori caldi del tramonto.