Iniziamo ora un viaggio alla scoperta di uno dei principali corsi d’acqua sardi: il Coghinas. La sua lunghezza di 115km è infatti superata solo da quella del Tirso e del Flumendosa.
Questo fiume nasce sull’altopiano di Buddusò, anche se in realtà assume il nome Coghinas solo nella parte inferiore all’omonimo lago; il bacino è alimento dalle acque di numerosi affluenti e il principale è il Rio Mannu di Berchidda.
Scopriremo presto che il Coghinas è un ottimo compagno di viaggio, sia perché attraversa ambienti molto vari e differenti tra loro, sia perché unisce località d’importanza storica e naturalistica!
Questi luoghi meritano sicuramente una visita… Ma, essendo numerosi, vederli tutti nella stessa giornata è praticamente impossibile! Non a caso le foto che abbiamo scattato risalgono a più viaggi ed escursioni.
Il Lago del Coghinas
Partiamo con la nostre esplorazioni proprio dal Lago del Coghinas, facilmente raggiungibile dalla statale Olbia–Sassari. Si tratta di un ampio bacino artificiale, situato ai margini della piana di Chilivani, vasto altopiano nella regione del Monteacuto.
La diga di Muzzone che racchiude il lago fu costruita nel 1926, per produrre energia elettrica, ma in seguito le acque del lago furono sfruttate anche per irrigazione dei campi.
L’ambiente circostante è ricco di vegetazione e numerosi monti circondano l’altopiano: il Limbara a nord-est e rilievi più dolci nelle altre direzioni. Non ci troviamo ad una grande altezza, quindi non ci stupiamo di trovare macchia mediterranea, oltre ai boschi di lecci e ai sughereti.
La zona è sicuramente riposante e ben si adatta ad escursioni e vacanze all’insegna del relax; anche se non ci sono grandi cittadine, ci si imbatte abbastanza facilmente in agriturismi, alberghi e ristoranti. Per iniziare a conoscere questa zona, ci limitiamo a guidare seguendo l’istinto e la curiosità, su piccole strade, a caccia di panorami e vedute sul lago…
Chiesa di Nostra Signora di Castro
La Chiesa di Nostra Signora di Castro si trova un eccellente punto panoramico, a sud del lago, sulla sommità di una collina. Da qui la vista spazia in tutte le direzioni, sulla piana di Chilivani, sul lago e sulle montagne circostanti.
In tutta la regione del Monteacuto sono presenti numerosi chiese campestri di origine medievali, come questa.
L’edificio, in stile romanico, risale al periodo del giudice Costantino II (1170-1198) e venne consacrato come cattedrale. Il corpo principale, in blocchi di pietra vulcanica di differenti tonalità, è a navata unica; il piccolo campanile pensile e il portico laterale furono aggiunti in epoca successive.
Partenza dal lago
A nord del lago e della diga, il fiume Coghinas scende in una stretta gola, alle pendici del gruppo montuoso del Limbara. In questo tratto possiamo seguire il suo percorso, ad una certa distanza, grazie alla strada tortuosa che da Tula conduce ad Erula.
Lasciamo quindi la regione del Monteacuto per dirigerci in Anglona raggiungendo una vallata ampia, ma meno estesa rispetto all’altopiano di Chilivani.
Una tappa obbligata da queste parti è il paese di Perfugas, di piccole dimensioni ma di grande importanza storica.
Perfugas, un tuffo nel passato
Il nome Perfugas deriva probabilmente dal termine latino “fuggitivo”, per indicare un gruppo di fuggiaschi o profughi che si stabilirono in questo luogo. Sicuramente la località ha origini antiche e sono presenti testimonianze della presenza umana antecedenti al periodo romano.
Al centro del paese si ritrova un vero e proprio gioiello dal punto di vista archeologico: il pozzo sacro. L’opera risale al periodo nuragico medio (1000-500 a.C.) ed era adibita a luogo di culto delle acque.
Questo monumento fu scoperto nel 1923, ma portato interamente alla luce dagli scavi del 1980. Si tratta di una costruzione in calcare bianco, composta da tre parti: un vestibolo, una scaletta discendente e il pozzo sotterraneo all’interno del quale si raccoglievano le acque. È sorprendente la precisione e la maestria con la quale sono state intagliate e accostate le varie pietre, assemblate a formare nella volta dei gradoni che rispecchiano quelli della scala sottostante.
Attorno all’atrio, esterno al pozzo, si trovano i resti di antichi seggi: probabilmente qui si radunava la folla che assisteva alle cerimonie religiose.
La visita del pozzo sacro è a pagamento, ma con un biglietto a basso costo, che dà accesso anche alla vicina parrocchiale di Santa Maria degli Angeli e al Museo Archeologico e Paleobotanico.
Nella bella chiesa di Santa Maria è conservato il retablo di San Giorgio, pala d’altare lignea, dipinta nel XVI secolo secondo le tradizioni spagnole. Questo è il retablo più grande della Sardegna!
Infine il Museo Archeologico e Paleobotanico contiene testimonianze archeologiche del territorio: reperti del neolitico, dell’epoca nuragica, del periodo romano e del medioevo. Sono inoltre visibili interessanti resti dell’antica foresta pietrificata dell’Anglona; si tratta di antichi tronchi d’albero che si sono fossilizzati, grazie all’azione degli elementi naturali.
Si conclude qui la prima parte del nostro viaggio lungo il fiume Coghinas; nella seconda parte scopriremo la zona della Bassa Valle del Coghinas.