La zona di Oschiri è molto invitante per passeggiare nella natura alla scoperta di monumenti storici, tra cui il più sorprendente è l’altare rupestre di Santo Stefano.
Oggi faremo una passeggiata nel verde, tra dolci colline…
Domus de janas
A poche centinaia di metri a nord est di Oschiri si trova il sito archeologico di Santo Stefano.
Raggiungiamo un altopiano, dove la vista spazia sulle verdi colline circostanti e sulle montagne più lontane, fino al Monte Limbara.
Ci addentriamo seguendo strade sterrate e sentieri in mezzo a prati e gruppi di alberi.
Non serve camminare a lungo per raggiungere i primi gruppi di rocce, anticamente lavorate dall’uomo… e da qui in poi è un sussegguirsi di domus de janas, sparse nella vegetazione!
Troviamo alcune nicchie appena abbozzate nella roccia e ipogei con una struttura più complessa, con un atrio e più stanze al loro interno.
Il sito è vasto e le tracce archeologiche del passato molto numerose: oltre alle domus, si contano anche un menhir e un dolmen. La necropoli risale al III-VI millennio a.C.
L’altare rupestre
Tra gli alberi di fronte alla chiesa spicca una struttura molto particolare, l’altare rupestre, costituito da un’ampia parete di granito, lunga dieci metri e alta tre, nella quale si alternano diversi incavi scavati di forme geometriche. Troviamo nicchie triangolari, quadrate, a cerchio o semicerchio; alcune sono ornate da coppelle, mentre altre decorate dalle incisioni di croci greche.
Il monumento è unico nel suo genere e la sua datazione incerta; gli studiosi non sono finora riusciti a stabilire chi realizzò quest’opera e con quale funzione, anche se il contesto fa supporre una valenza religiosa – almeno per il periodo attorno al medioevo.
Nei dintorni sono presenti anche altre rocce più piccole, che presentano alcune nicchie e lavorazioni simili a quelle dell’altare.
La chiesa di Santo Stefano
La piccola chiesa cinquecentesca di fronte all’altare, fu costruita sui resti di un edificio di culto bizantino. Presenta una struttura piuttosto semplice, a pianta rettangolare, con porte di accesso su due lati.
Al momento della nostra visita la chiesa non era accessibile, così ci siamo limitati ad osservarla dall’esterno.
La vastità del sito ci consente di scegliere un altro percorso per il ritorno… E così abbiamo modo di scoprire nuove domus, circondate dalla vegetazione rigogliosa.