Nel quartiere di Latte Dolce, in una piazza nella periferia di Sassari, si trova un monumento sorpendente ed inaspettato… Non si tratta di una statua antica, di un palazzo maestoso, di una curiosa opera d’arte contemporanea… Questa volta ci troviamo di fronte ad un’autentica locomotiva a vapore dei primi del novecento!
La Località di Latte Dolce
Facciamo prima un passo indietro, per presentarvi la zona in cui ci troviamo oggi.
Il quartiere di Latte Dolce è un quartiere periferico di Sassari, cresciuto notevolmente negli ultimi decenni come zona residenziale. In un passato più lontano, questa era una zona di campagna chiamata Bosove; attorno all’anno mille qui fu fondata una chiesetta campestre in stile romanico da cui derivò, come vedremo poi, il nome “Latte Dolce”…
La piccola chiesa romanica, costruita in blocchi di tufo, fu dedicata a San Leonardo. L’edificio di culto, a partire dal milleseicento fu abbandonato e riscoperto solo nel XVIII secolo.
In questo periodo, nonostante la situazione generale di degrado, fu ritrovato all’interno dell’edificio un affresco ancora in buone condizioni: l’opera ritraeva una Madonna nell’atto di allattare il Bambino.
L’affresco, oggetto di devozione per i fedeli, prese il nome di Madonna del Latte Dolce; tale nome fu poi esteso alla località circostante. La piccola chiesa restaurata è tuttora visitabile, mentre a breve distanza è stata costruita una nuova chiesa, più ampia.
La locomotiva a vapore
Non lontano dal piccolo santuario di cui abbiamo parlato, via Lago di Baratz, si trova la vecchia locomotiva.
Appena la notiamo in un piazzale tra i palazzi, appare subito come un elemento inaspettato nel contesto cittadino, che ci incuriosisce… Avvicinandoci ci accorgiamo che la locomotiva dimostra tutti i suoi anni e, purtroppo, l’esposizione agli agenti atmosferici ha degradato e arrugginito alcune parti.
Questo non toglie nulla al valore del mezzo – non una ricostruzione, ma un’autentica Ansaldo Breda 740 risalente al 1911 e regolarmente in uso per diversi decenni.
L’opera fu posta in questo piazzale di periferia, verso il 1980, come monumento dedicato ai caduti sul lavoro.
Da vicino possiamo ammirare l’imponenza e l’eleganza del mezzo, osservare i particolari di questo capolavoro tecnologico d’inizio del secolo scorso. Resta forse un po’ di rammarico per non poter apprendere di più grazie ad un museo o a pannelli di presentazione… ma, in ogni caso, è chiaro l’intento di chi ha posizionato quest’opera: il voler condividere con la gente il valore inestimabile di questa storica opera d’ingegno.